Editoriale – Che fa il “filantropo” Gates da Meloni e Mattarella?

In margine al Forum economico mondiale di Davos in Svizzera ha voluto dire la sua anche Bill Gates, il miliardario americano fondatore di Microsof, il quale s’è soffermato in particolare sui temi dell’Ia (intelligenza artificiale) e della salute.

Gates ha annunciato che una delle priorità della sua Fondazione «sarà quella di garantire che i progressi dell’Ia vengano utilizzati per aiutare le popolazioni più povere del mondo, comprese quelle che lottano contro problemi di salute come l’Aids, la tubercolosi e la malaria».

È sconcertante come un individuo della peggior risma, bugiardo seriale (degno compare di soggetti come George Soros, Anthony Fauci, Hunter Biden, Klaus Schwab, Justin Trudeau, per citare i primi nomi che ci vengono in mente dei sostenitori del great reset e del transumanesimo), trovi il coraggio di parlare al pubblico di cui si prende gioco da anni.

L’Indipendente ha tracciato un profilo di Bill Gates che condividiamo totalmente.

«Farmer Bill è il nomignolo che è stato affibbiato a Bill Gates», scrive il giornale, «dalla rivista specializzata Land Report, che, nell’edizione del 2022, ha confermato che il fondatore di Microsoft è diventato il più grande proprietario di terreni agricoli privati d’America, con 300 mila acri (circa 120 mila ettari) in 19 Stati per un valore di 700 milioni di dollari.

Come noto, infatti, Gates è uno di quei celebri imprenditori che hanno guadagnato miliardi con spregiudicate strategie di business e vere e proprie speculazioni finanziarie, finendo per incrementare instabilità finanziaria, erodere i diritti dei lavoratori e consolidare le diseguaglianze economiche già esistenti a livello globale.

Gates e una ristretta classe di miliardari si sono ritagliati una nuova immagine, ai limiti della santità, grazie alla “filosofia del dono”, investendo in ogni settore, dall’educazione alla salute, dalle politiche sociali fino all’agricoltura.

Si tratta del “filantrocapitalismo”, una strategia volta a garantire a questi magnati un’aura di apparente estraneità ai giochi di potere».

Impostore tanto subdolo quanto crudele, Gates e i suoi sodali non hanno affatto a cuore il bene dell’umanità, perché badano esclusivamente ai propri interessi economici.

Ancora oggi costoro spingono ad usare vaccini sperimentali che non hanno affatto risolto il problema del Covit-19, propongono prodotti alimentari confezionati con farine di grillo e assimilati (occultati mediante termini in latino), alimentano politiche green da nessuno richieste e corrompono i media per essere presentati come filantropi.

Ieri e oggi Gates è a Roma dove ha incontrato il Capo del Governo e il Presidente della Repubblica – si dice – per parlare d’intelligenza artificiale.

Sarebbe interessante sapere come è arrivato a Palazzo Chigi e al Quirinale.

Da Davos giunge anche la notizia che oltre 250 miliardari e milionari chiedono ai Governi di aumentare il prelievo sui loro patrimoni perché la ricchezza concentrata in poche mani è una minaccia «per il nostro futuro democratico».

“Quando è troppo tirata la corda si spezza”, ammonisce il proverbio, che comincia ad essere sulla bocca, non più di una minoranza di persone (artatamente spaventate), ma di una vasta comunità di donne e uomini vispi e sempre più vigilanti su ciò che accade nel mondo.

Finalmente i più hanno cominciato a capire che, per loro, da Davos non è arrivato nulla di buono.

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